Esplosione nella centrale idroelettrica di Suviana: tre morti e 4 dispersi
Aggiornamenti in tempo reale rainews.it Fiamme a 30 metri di profondità. In azione i sommozzatori. Mattarella sente Bonaccini: “Sia fatta piena luce sulla tragedia“. Meloni: “Seguo con apprensione gli aggiornamenti“. Domani alla Camera la commemorazione delle vittime “Seguiamo con angoscia gli sviluppi della situazione al Lago di Suviana ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza e […]
Sciopero nazionale, giovedì Italia ferma: La richiesta? Zero morti sul lavoro e una riforma fiscale giusta
Giovedì 11 aprile nero per l’Italia: poste, metro, treni autobus fermi.
I lavoratori di tutto il paese saranno coinvolti, anche indirettamente, nello sciopero nazionale proclamato da Cgil e Cisl. L’agitazione è stata proclamata per chiedere zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concluderà la manifestazione di Brescia. Il concentramento del corteo è previsto per le ore 8.30 nel piazzale Cesare Battisti, attraverserà poi le vie del centro per arrivare in piazza Paolo VI, dove prenderà la parola il leader.
Gli orari, così come le adesioni, potranno variare da città a città, alcune delle quali saranno coinvolte da cortei e manifestazioni. Per porti e taxi sono previste 4 ore di fermo all’interno di un turno di servizio. Anche alle Poste incroceranno le braccia per 4 ore, a inizio di ogni turno lavorativo: “Negli orari coincidenti con la richiamata iniziativa sindacale – si avverte – potrebbe non essere pienamente garantito il servizio”.
A Roma mezzi a rischio dalle 20 alle 24 dove l’agitazione interesserà le reti Atac (comprese le linee in regime di subaffidamento ad altri operatori), RomaTpl, ATI Autoservizi Troiani/Sap. Per il servizio Cotral extraurbano sciopero dalle 13 alle 17.
A Milano si sciopererà “a metà”: il prefetto ha infatti precettato i dipendenti dell’Atm mentre i lavoratori di Trenord, che si occupa del servizio ferroviario regionale, potranno aderire all’iniziativa indetta a livello nazionale da Cgil e Uil. Tra i motivi della decisione, il vertice in programma dopodomani in città con la presenza dei ministri dei Trasporti del G7 e poi la partita di andata dei quarti di finale di Europa League tra Milan e Roma che si terrà a San Siro e alla quale sono previsti più di 70mila spettatori. La precettazione, ha spiegato la Prefettura, è stata dunque necessaria “per evitare disagi alla mobilità della cittadinanza, in concomitanza” con questi due eventi “di particolare complessità sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
A Napoli il trasporto pubblico locale si ferma dalle 9 alle 13. Ferrovie precisa in una nota che è escluso dallo sciopero il personale della Divisione Business Regionale della Campania di Trenitalia, che sciopererà invece venerdì 12 aprile dalle 9 alle 17. I servizi minimi di trasporto garantiti in caso di sciopero sono consultabili nella sezione “Treni garantiti in caso di sciopero” del sito di Trenitalia.
L’agitazione sindacale – avverte Fs – può comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. Informazioni su collegamenti e servizi sono disponibili attraverso l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità di trenitalia.com, il numero verde gratuito 800 89 20 2
Proclamato lo sciopero nazionale per giovedì 11 aprile. A rischio trasporti e servizi postali
Interposizione illecita di manodopera: serve davvero reintrodurre le sanzioni penali?
Recentemente durante l’ultimo incontro tra governo e sindacati sulla salute e sicurezza sul lavoro sono emersi elementi interessanti contenuti nel Dl Pnrr in merito all’ampliamento dell’organico dell’Ispettorato nazionale del lavoro ed all’introduzione, a partire dal prossimo ottobre, di una patente a punti per le aziende che operano nei cantieri temporanei o mobili, con l’esclusione di quelle già provviste di attestato di qualificazione Soa ( per scoprire di più sulla certificazione SOA clicca qui).
È stata proposta, anche l’introduzione del “reato per l’interposizione illecita di manodopera”, nei casi in cui il personale non abbia un contratto di appalto e un distacco regolare, dopo la depenalizzazione avvenuta nel 2016.
Le sanzioni possono arrivare fino all’arresto per chi viola le nuove disposizioni, previste dal decreto PNRR, per il contrasto del lavoro irregolare negli appalti e subappalti di opere e di servizi. Il D.L. n. 19 del 2024 ha reintrodotto il reato di somministrazione illecita di manodopera, che punisce il somministratore e l’utilizzatore con la pena dell’arresto fino a un mese o l’ammenda di euro 60 per ciascun lavoratore coinvolto e per ciascun giorno di somministrazione. L’apparato sanzionatorio in tema di esternalizzazioni illecite e fraudolente prevede, inoltre, delle circostanze aggravanti e dei limiti entro i quali determinare le sanzioni che vanno applicate.
Per contrastare l’ormai dilagante fenomeno dell’interposizione illecita di manodopera e sull’onda emotiva dei tragici infortuni sul lavoro verificatisi recentemente, il Governo ha introdotto alcune misure che tendono ad inasprire le conseguenze a carico dei datori di lavoro.
Il Governo, quindi, si è reso probabilmente conto che, per contrastare il deprecabile fenomeno delle esternalizzazioni illecite di manodopera (con tutto quello che ne consegue sotto il profilo della salute e sicurezza del lavoro), la mera sanzione amministrativa (peraltro limitate dalla presenza di un tetto massimo di 50 mila euro) non rappresentava più un efficace deterrente.
L’obiettivo, in sostanza, è quello di rafforzare le misure volte a salvaguardare la sicurezza sul lavoro, dato il fatto che quelle finora vigenti non sono riuscite, ed i numeri lo testimoniano drammaticamente, a ridurre l’impatto umano e sociale derivante dagli incidenti sul lavoro.
“FILAP non è concettualmente contraria a dare corso ai contenuti illustrati né alla patente a punti; ma ritiene importantissimo che si proceda alla risoluzione di molteplici situazioni ad oggi carenti a cominciare dal nodo formazione, che deve andare oltre gli aspetti meramente formali e burocratici, essere effettiva, efficace e diffusa a tutti i livelli, partendo dalla scuola e coinvolgendo i datori di lavoro.
Riteniamo anche fondamentale che si apra un confronto con gli organismi europei per escludere gli investimenti in formazione dalla disciplina degli Aiuti di Stato, specie in favore delle Pmi, e che venga assicurata la piena disponibilità delle risorse derivanti dal contributo dello 0,30%; oltre a potenziare il numero degli ispettori” Le parole del Segretario Nazionale di Filap ( clicca qui per scoprire di più)
“Sul Codice degli appalti, ferma restando la necessità di una sburocratizzazione, occorre garantire i principi di trasparenza, legalità e tutela ambientale e paesaggistica, e rafforzare ulteriormente la clausola sociale. Rispetto alla questione del subappalto, se occorre adempiere alle indicazioni comunitarie, bisogna, però, anche assicurare tutti i controlli ispettivi possibili a garanzia dei lavoratori, ma anche dello stesso committente, valorizzando poi la responsabilità in solido per tutta la filiera ed è, inoltre, fondamentale assicurare a tutti i lavoratori lo stesso trattamento economico e normativo, attraverso l’applicazione del contratto collettivo riferito all’attività svolta, chiarendo che non è possibile l’utilizzo di personale inquadrato con contratto collettivo di altro comparto” conclude il segretario nazionale.
Formare per salvare: perché la formazione sulla sicurezza sul lavoro è importante
Se si accende la tv, se si apre un giornale, se si scorrono le pagine web, non troviamo altro che notizie giornaliere di incidenti sui luoghi di lavoro – spesso dagli esiti nefasti.
Se da una parte, negli anni sono state introdotte specifiche norme con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei lavoratori, dall’altra sembra che tale misure non siano sufficienti.
E’ in questo contesto che la formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro assume un ruolo di fondamentale importanza per le aziende e – soprattutto – per i lavoratori.
La norma principale che regola l’attività formativa in materia di sicurezza sul lavoro è il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro, D.lgs. n. 81/2008.
Il D.lgs. n. 81/2008 prevede l’obbligo di una formazione specifica per i lavoratori dipendenti, i titolari e i preposti.
D.lgs. n. 81/2008: cosa prevede
Secondo il D.lgs. n. 81/2008, il datore di lavoro ha 60 giorni di tempo, a partire dall’assunzione, per consentire ai nuovi dipendenti di completare l’attività formativa. Per quanto riguarda gli altri dipendenti, invece, è necessaria una valutazione che varia da azienda ad azienda. La durata del corso di formazione e il programma dipendono dal settore cui è assegnato il lavoratore e dal relativo rischio associato.
È – inizialmente – quindi – il datore di lavoro il responsabile del percorso formativo e della conoscenza della disciplina di legge. Datore di lavoro che – in ogni caso – dovrà affidarsi a un ente accreditato e terzo , per l’erogazione dei corsi.
Secondo la normativa vigente, la formazione è riferita a due moduli; il primo della durata di 4 ore, riguarda la formazione generale per i lavoratori di tutti i settori. Il secondo modulo, invece, è inerente alla formazione riferita ai rischi specifici presenti sui luoghi di lavoro.
La tutela dei lavoratori, la prevenzione degli infortuni e le malattie professionali sono la base delle ore di formazione nonché della sua durata specifica: settori con un basso rischio prevedono un corso di 4 ore per i lavoratori, da sommare alle precedenti 4 ore di formazione generale; rischio è medio, invece, vede aumentare la durata della formazione specifica a 8 ore, mentre per i settori ad alto rischio si prevedono 12 ore di formazione specifica.
Al termine del percorso viene rilasciato un attestato corso di sicurezza sul lavoro ai lavoratori che abbiano frequentato il 90% delle ore previste. I lavoratori dovranno poi frequentare un corso di aggiornamento ogni cinque anni.
Per quanto riguarda i titolari delle aziende devono seguire un corso rivolto ai dirigenti per la sicurezza strutturato in 4 fasi.
I corsi di formazione consentono di incrementare il benessere aziendale e imparare le regole riguardanti la sicurezza sul lavoro, un elemento cruciale per lo sviluppo personale e professionale.
Sicurezza sul lavoro: perché è importante?
Molti dimenticano che la formazione sulla sicurezza sul lavoro rappresenta un investimento per l’azienda; l’assenza di un’adeguata formazione può portare a risultati negativi per l’impresa: incidenti sul lavoro, perdite finanziarie, sanzioni di legge.
In definitiva la formazione sulla sicurezza sul lavoro è un diritto senza dubbio ma è anche dovere del lavoratore.
“ La sicurezza sui luoghi di lavoro è un investimento. E’ un investimento per l’azienda perché – sembra scontato dirlo ma non lo è – solo chi conosce il rischio può evitarlo. La circostanza che il lavoratore abbia consapevolezza, evita che si verifichino incidenti. Dobbiamo cancellare dalle nostre menti che la formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro sia un costo senza alcun beneficio. Solo così – forse – riusciremo a migliorare una situazione che – ad oggi – sembra sprofondare sempre più nel baratro” commenta Paolo Provino Presidente Nazionale Enbital – Ente Bilaterale Nazionale.
Regione Marche: Infortuni sul lavoro in crescita
La sicurezza sul lavoro continua a preoccupare nelle Marche dove gli infortuni sono in aumento: secondo le ultime rilevazioni Inail le denunce di infortunio da 1.174 sono passate a 1.214 rispetto al mese di febbraio 2023, mentre il confronto tra i primi due mesi del 2023 e del 2024, segnala un netto rialzo da 2.434 a 2.487 casi.
Luca Talevi, segretario regionale Cisl Marche “Particolarmente colpito è il settore industriale, con un incremento degli infortuni dai 1.794 del primo bimestre 2023 ai 1.844 del 2024. Una tendenza che preoccupa e che ci deve far riflettere sull’efficacia delle misure di sicurezza messe in campo“.
A Ancona, Ascoli e Pesaro si assiste a una drammatica crescita degli incidenti, mentre a Macerata e Fermo si registra una lieve diminuzione degli infortuni.
Gli incidenti mortali sono scesi da 5 del primo bimestre del 2023 a 2 dello stesso periodo del 2024 mentre in aumento sono le denunce di malattie professionali che passano dalle 1.142 alle 1.261 del primo bimestre 2024, con una forte crescita, in particolare, in provincia di Ancona.
“L’andamento degli infortuni sul lavoro si è cronicizzato nel tempo, dagli anni ‘80 ad oggi la tendenza è purtroppo sostanzialmente invariata, servono azioni concrete di medio-lungo periodo, non proclami o scioperi. Per questo sabato 13 aprile saremo a Roma, con i nostri delegati e rappresentanti per la sicurezza provenienti da tutta la regione, per l’assemblea nazionale Cisl “Fermiamo la scia di sangue. Sicurezza sul lavoro: un impegno comune“”. Il commento di Marco Ferracuti, segretario generale Cisl Marche.
PISA, INCIDENTE SUL LAVORO: TRAVOLTO DA UN ALBERO. GRAVE
CASTELNUOVO VAL DI CECINA (PISA)
Incidente sul lavoro nel pomeriggio di domenica 7 aprile 2024. Un quaranticinquenne di origini kosovare, si trova ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Le Scotte di Siena: l’uomo è stato travolto da un albero durante la potatura all’interno di un terreno agricolo di proprietà privata.
Sul posto immediato l’intervento del 118 e dell’elicottero Pegaso che ha trasferito l’uomo in codice rosso per i gravi traumi da schiacciamento riportati.
Secondo le prime informazioni l’operaio non sarebbe in pericolo di vita.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Volterra che hanno attivato anche il dipartimento di medicina del lavoro dell’Asl Toscana nord ovest.
Gruppo Mediocredito Centrale: nuovo credito agevolato per PMI che investono su salute e sicurezza
Nasce “Sicurezza per NOI”, il nuovo credito del Gruppo Mediocredito Centrale dedicato alle piccole e medie imprese che vogliono investire per migliorare sempre di più la salute dei lavoratori e la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il Gruppo Mediocredito Centrale, tramite BdM Banca e Cassa di Risparmio di Orvieto, intende supportare e stimolare, attraverso finanziamenti a condizioni agevolate, la realizzazione di investimenti finalizzati al miglioramento della salute, alla prevenzione e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, tra i quali programmi di formazione, acquisto e/o aggiornamento di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, manutenzione e certificazioni.
Il Gruppo ha stanziato un plafond di 100 milioni per la concessione da parte di BdM Banca e Cassa di Risparmio di Orvieto di finanziamenti a sostegno di spese correnti, investimenti in beni materiali e immateriali destinati a migliorare le misure di prevenzione e sicurezza nonché per il sostegno al capitale circolante per le aziende già in possesso della certificazione UNI ISO 45001.
L’iniziativa è diretta a tutte le imprese, con particolare attenzione a quelle micro, piccole e medie del Mezzogiorno, e ai professionisti, in linea con la mission del Gruppo.
“Il tema della sicurezza dei luoghi di lavoro deve essere prioritario per tutti. Noi abbiamo ragionato su quale contributo, come gruppo bancario, avremmo potuto mettere in campo per garantire una migliore sicurezza nei luoghi di lavoro. “Sicurezza per Noi” nasce proprio per sostenere e affiancare le imprese nei loro investimenti in strumenti tecnologicamente più avanzati e in formazione più specializzata, rendendo così sempre più sicuri i luoghi di lavoro sul nostro territorio” – ha dichiarato Cristiano Carrus, AD di BdM Banca – Gruppo Mediocredito Centrale.
Sicurezza sui luoghi di lavoro: oltre quattro milioni di euro destinati a prevenire incidenti
«La sicurezza sul lavoro riveste per questa giunta regionale un ruolo prioritario. In questi mesi abbiamo lavorato in modo costante e certosino per capire quali fossero gli strumenti migliori da mettere in campo per fermare la scia di sangue che, purtroppo, continua a verificarsi negli ambienti lavorativi. Partendo da questo presupposto, in risposta all’interrogazione del consigliere regionale Eleonora Mattia, abbiamo illustrato le linee di intervento su cui ci stiamo muovendo per dare risposte ai cittadini, alle imprese e ai territori». Le parole dell’assessore regionale del Lazio al Lavoro, alla Scuola, alla Formazione, alla Ricerca e Merito, Giuseppe Schiboni.
«In particolare, abbiamo annunciato che è in corso di predisposizione un avviso pubblico per la realizzazione sul territorio regionale di interventi formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro di carattere aggiuntivo rispetto a quanto previsto dagli ‘Accordi Stato Regioni’ del 21 dicembre 2011. Obiettivo dell’avviso è promuovere la realizzazione di progetti di formazione per lavoratrici, lavoratori e datori di lavoro, volti all’aggiornamento e alla qualificazione sulle tematiche della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Tutto ciò al fine di promuovere la consapevolezza circa la complessità del tema ‘sicurezza’ e l’importanza di comportamenti corretti per prevenire i rischi presenti nell’ambiente di lavoro» continua l’assessore
«L’Inail ha destinato al finanziamento di questi interventi risorse pari a 10.462.000,00 euro, ripartite tra le Regioni e Province Autonome, sulla base di criteri omogenei basati sul numero degli addetti e sul rapporto di gravità degli infortuni riferiti alle imprese operanti sul territorio. La quota destinata alla Regione Lazio è di oltre un milione di euro. Inoltre, in considerazione della priorità rivestita dalla promozione della cultura della pratica della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, come assessorato ho inteso ampliare la misura estendendola a tutti i contesti produttivi e anche ai datori di lavoro. Con un ulteriore avviso, finanziato con risorse del fondo sociale europeo pari a tre milioni di euro, procederemo, quindi, ad allargare la platea dei beneficiari con la predisposizione di una ulteriore misura rivolta a tutte le imprese non ricomprese nell’Avviso Inail. Entrambi gli avvisi saranno pubblicati entro il mese di maggio 2024».
«È evidente, pertanto, che il definanziamento della norma regionale è dovuto alla disponibilità di risorse provenienti da altre fonti. Ricordo, in particolare, che il PR FSE+ 2021-2027 prevede, come immagino il consigliere Mattia sappia, specifici ‘Interventi per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori’ in particolare per la ‘vigilanza, formazione, adeguamento e responsabilità delle imprese’. Nessuna dimenticanza o omissione quindi ma un oculato investimento delle risorse disponibili nell’esclusivo interesse delle nostre comunità» conclude Schiboni
Sicurezza sul lavoro, il Ministro Calderone: “Il tema è di tutti, chiedo impegno comune per garantire vite umane”
“La sicurezza sul lavoro è un tema di tutti, che dev’essere affrontato in modo serio, concreto e costruttivo. È anche una preoccupazione e una priorità del governo fin dai primi mesi del suo insediamento”. Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, durante l’incontro odierno con parti sociali e datoriali nella sede di via Flavia del Ministero. E ha continuato: “Siamo il governo che prima e più di tutti ha rafforzato il numero e gli strumenti a disposizione degli ispettori del lavoro: tra quelli che abbiamo già assunto e quelli previsti dalle nuove norme, ai 2.300 che avevamo ne abbiamo aggiunti oltre 1.600. Non succedeva dal 2006. Abbiamo già ottenuto un aumento del 20% delle ispezioni nel 2023, quest’anno con le nuove risorse le aumentiamo del 40%. Abbiamo anche raddoppiato le risorse dell’Inail per la prevenzione in salute e sicurezza sul lavoro, 1 miliardo e mezzo di euro. Abbiamo investito sulla formazione, fin dai banchi di scuola. E abbiamo introdotto nuove misure, a partire da quella patente a punti che i sindacati chiedono da anni. E che ovviamente non attribuisce un punteggio alla vita umana, che ha un valore incalcolabile, ma fissa una soglia di crediti sotto la quale l’azienda non può svolgere più la sua attività. Per questo, la chiamerò d’ora in poi patente a crediti. Infine, abbiamo rinvigorito il regime sanzionatorio, anche sotto il profilo penale.
Lunedì 18 marzo entreremo nel concreto con le parti sociali, tornando a riunirci in tavoli tecnici partendo dalla qualificazione delle imprese e dalla patente a crediti. Invito tutti – forze politiche e parti sociali – a unirsi in un impegno e uno sforzo comuni, perché comune è l’obiettivo: garantire vite umane”.
“Fuori dal sommerso, è tutto un altro lavoro!”, la nuova iniziativa del Ministero per il contrasto al lavoro irregolare
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali lancia da oggi una campagna di sensibilizzazione sul valore e sui vantaggi del lavoro regolare, in contrapposizione al disvalore sociale prodotto dal lavoro irregolare. In particolare, l’iniziativa rientra tra le azioni previste dal “Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso”, una delle riforme introdotte nel quadro della Missione 5, “Inclusione e Coesione”, del PNRR.
L’obiettivo della campagna, rivolta a datori di lavoro e lavoratori è quello di promuovere la cultura del lavoro regolare, evidenziandone da un lato i vantaggi rispetto ai diritti e alle tutele essenziali per chi lavora, dall’altro le opportunità per le imprese, grazie all’accesso agli incentivi e all’aumentata credibilità. Scopo del Ministero è anche far sì che si operi con una maggiore attenzione sul piano della prevenzione e della consapevolezza, prima che su quello della repressione.
“Fuori dal sommerso, è tutto un altro lavoro!”: Obiettivi
L’obiettivo della campagna è promuovere la cultura del lavoro regolare, evidenziare i vantaggi del lavoro regolare rispetto ai diritti dei lavoratori e alla sana competizione tra imprese, e quindi operare sul piano della prevenzione e della consapevolezza, prima ancora che su quello della repressione.
“Fuori dal sommerso, è tutto un altro lavoro!”:Target
I principali target di riferimento sono datori di lavoro, lavoratori, opinione pubblica in generale e stakehoders.
Lo spot evidenzia il rinnovato impegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nelle azioni di contrasto al lavoro sommerso e contestualizza i nuovi interventi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il messaggio, inoltre, sottolinea i vantaggi concreti del lavoro regolare, che permette di godere di diritti e tutele essenziali, e i riflessi per i datori di lavoro che possono accedere a incentivi e guadagnare credibilità.